CALCE O CEMENTO?

IL FUTURO È GREEN, IL FUTURO È ORA

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I QUATTRO ELEMENTI DELLA CALCE
C’è del magico nel cogliere un sasso dalla Terra, demolirlo col Fuoco, modellarlo con l’Acqua secondo arte e ingegno, e riottenerlo solido e tenace come in origine sotto l’influsso dell’Aria: una pratica costruttiva e una filosofia antica quanto l’uomo.

Empedocle (482-426 a.C.) Il ciclo di lavorazione della calce, tratto dal “Della Natura”.

IL FUTURO È GREEN, IL FUTURO È ORA


Ogni casa dovrebbe essere come uno di quegli oggetti che col tempo accresce il proprio valore. Purtroppo, oggi questo è ben lontano dall’accadere. Le strutture in cemento armato, sebbene inizialmente solide e resistenti, col passare degli anni subiscono deterioramenti che gravano sul valore e sulla sicurezza dell’abitazione. “L’invecchiamento nobile della calce”, al contrario, rende il bene più resistente e durevole. La carbonatazione e mineralizzazione continua sono processi che si sviluppano in tempi lunghissimi e che riportano la calce alla composizione chimica originaria, assicurando caratteristiche di ottima stabilità e resistenza nel tempo.

Muro in cemento

alla posa

dopo 50 anni

Muro in calce

alla posa

dopo 50 anni

LA CALCE UNICO ELEMENTO TOTALMENTE NATURALE

TERRA
La magia della calce nasce da una pietra. La Terra è fonte di questo materiale totalmente naturale, a cui dona vitali caratteristiche minerali, rendendolo completamente atossico, garante della traspirabilità, nemico di umidità e muffe, e facile da lavorare.
ARIA
Il ciclo della calce si conclude solo grazie all’azione dell’Aria, quando il grassello, riassorbendo l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, ritorna ad essere pietra: il più naturale, sano e solido ambiente in cui vivere.
FUOCO
E poi il Fuoco che si fa carico della trasformazione più importante. I ciottoli, posti nella fornace alimentata con segatura di legno vergine, sono portati a una temperatura di circa 900 °. Questa “cottura dolce”, mantenuta per sette giorni, fa perdere al sasso l’anidride carbonica, trasformandolo in ossido di calcio, la “calce viva”.
ACQUA
È però solo quando il sasso cotto si tuffa nell’Acqua che si ottiene “la calce spenta”: il grassello di calce, una pasta bianchissima che viene lasciata maturare per lughi mesi in grandi vasche, secondo un metodo già noto ad Andrea Palladio e descritto ne “I quattro libri dell’Architettura”.